Abbattuta Chiesa normanna a Carini


Nelle campagne di Carini e precisamente a ridosso di Pizzo Cerasio, alla fine della seconda metà degli anni ’70, è stata barbaramente abbattuta una rara chiesa normanna annessa al convento francescano della Maddalena.

Inspiegabilmente priva di qualsiasi vincolo ai sensi degli artt. 10 e ss. del D.lgs. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), si tratta(va) di una rara costruzione a croce “immissa”, ubicata nella contrada che prende in nome dal convento (appunto contrada Maddalena) ed oggetto di numerosi studi tra i quali quello di Benedetto Colajanni dal titolo “Un documento di Architettura normanna nella campagna di Carini”.

Dell'antica chiesa si hanno notizie certe e documentate già a partire dal XVI secolo, ma nonostante ciò né  le autorità preposte alla tutela del patrimonio culturale  hanno attivato gli ordinari  meccanismi di protezione; né il Comune, che ha rilasciato il titolo edilizio per la costruzione della villa privata con piscina (che oggi sorge al suo posto), ha condotto le dovute indagini conoscitive dello stato dei luoghi e ciò in palese violazione delle più elementari norme in materia di urbanistica. 

Ed in ogni caso nemmeno potrebbe sostenersi che della chiesa si erano perse le tracce, perché, ancor prima che lo scempio avvenisse, numerose denunce apparse sulla stampa locale da parte di gruppi di cittadini portavano all’attenzione dell’opinione pubblica il degrado della chiesa e la necessità che venissero approntate le necessarie misure di ripristino. 

Un’opera con caratteristiche simili esiste a Frazzanò in provincia di Messina. Si tratta della chiesa di San Filippo di Fragalà. Un’amministrazione avveduta ha reputato più consono restaurare la chiesa e riportarla allo splendore di un tempo in modo da renderla fruibile a tutti, con evidenti vantaggi per il turismo e quindi per l’economia degli abitanti del Comune.

Amianto a Marettimo

Nel centro abitato di Marettimo - isola dell' arcipelago delle  Egadi, unanimamente riconosciuta tra le più belle bel mondo per l'elevatissima biodiversità sia marina che terrestre, al punto da rientrare quasi integralmente nella zona "A" della più grande area marina protetta d'Europa (appunto l'A.M.P. "Isole Egadi") - è ancora altissima la presenza di eternit.

Nonostante la Legge sullo smaltimento dell'amianto ha quasi vent'anni (L. 257/1992), ad oggi la sua  presenza nel piccolo borgo risulta ancora massiccia.
Camminando per le caratteristiche stradine, infatti, sono facilmente visibili numerose coperture,  nonchè cisterne per la raccolta dell'acqua, realizzate con il pericoloso materiale.
Ma ciò che desta maggiore preoccupazione sono le piccole discariche di eternit disseminate lungo le vie periferiche che, aldilà dell' impatto negativo sul pregio naturalistico del paesaggio, rappresentano una minaccia alla salute degli abitanti e dei visitatori. Invero, come noto, la sua pericolosità si manifesta a causa dello sfaldamento dovuto all'usura del materiale, cosa che certamente avviene quando cumuli di eternit si trovano per lungo tempo accatastati senza alcun accorgimento.

A tal uopo abbiamo segnalato questa gravissima disfunzione tanto al Comune di Favignana, quanto all'Arpa Sicilia, nella speranza che, quanto prima, si provveda alla totale eliminazione di amianto dal territorio isolano.